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Paragrafi
I murales messicani
Temi dei murales
Josè Clemente Orozco
Diego Rivera
David Alfaro Siqueiros
Schede
Messico
e Rivoluzione
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COME
& PERCHÉ n. 60
- Rivera e gli altri:
viaggio alla scoperta |
del
muralismo messicano
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Quante
volte, almeno qualcuno di voi avrà avuto la
tentazione, vedendo un bel muro bianco e liscio, di
afferrare pennelli e colori per dare sfogo alla propria
fantasia, tratteggiando cavallii imbizzarriti,
bambini cappelloni o alberi pieni di uccelli variopinti.
Ovviamente non è pensabile che pareti, muretti
e muroni vengano imbrattati da chiunque passi da quelle
parti. Eppure, pensate, soprattutto in alcune regioni,
affrescare i muri è proprio un'arte
e i pittori che vi si dedicano (i muralisti), almeno
alcuni, sono considerati dei grandi artisti, apprezzati
e chiamati a lavorare in ogni parte del mondo.
I
murales messicani
In
Messico, per esempio, i murales nascono
e si affermano come una forma d'arte collettiva che
poteva essere goduta da tutti, indipendentemente dal
ceto di appartenenza. Un'arte, quindi, che non poteva
esprimersi negli spazi limitati di una tela, di un
museo o di una collezione privata, ma in luoghi pubblici,
affollati.
L'esplosione dei "murales", in Messico,
avviene soprattutto negli anni Venti e riflette
gli ideali che circolavano all'epoca. Soprattutto
mette in evidenza il ruolo che si riteneva la cultura
dovesse avere.
Si parla di "arte sociale". Qualsiasi
espressione artistica doveva dare il suo contributo
alla crescita culturale di un paese, in quegli anni,
sconvolto da una terribile guerra civile.
Ma
che cosa raccontavano i murales messicani?
Tra
i temi dominanti, il mondo precolombiano e le sue
tradizioni. Un passato, quindi, da non dimenticare.
E ancora: la conquista spagnola, principio
dell'epoca moderna giunta a maturazione con la rivoluzione
del 1910.
Ovviamente non tutti i muralisti affrontano questi
argomenti nello stesso modo. Anzi, le posizioni, le
opinioni, le idee politiche ed artistiche,
sono molto diverse una dall'altra e spesso, tra questi
artisti, si innescano discussioni accesissime.
Prendiamo per esempio la conquista spagnola. Per
il muralista Orozco si tratta di un momento
eroico. L'inizio di una nuova fase storica. Per Rivera
e Siqueiros, invece, rappresenta l'inizio della fine,
il via di una colonizzazione di cui si pagavano ancora
le conseguenze, in termini di povertà e differenze
sociali. Ma spesso le posizioni individuali degli
artisti, nei confronti della storia, perlopiù
è confusa.
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Daltronde il movimento muralista (così
come viene definita) viene considerato figlio della
rivoluzione, in quanto gli artisti della prima generazione
(anni Venti) hanno partecipato direttamente al clima
diquegli anni, chi combattendo (Siqueiros e Dottor
Atl), chi illustrando periodici rivoluzionari (Orozco).
Ma al suo interno, poi, risulta estremamente articolato.
Anche nelle scelte tecnico - pittoriche.
Orozco e Rivera, per esempio, si ricollegano ai metodi
tradizionali dell'affresco e dell'encausto. Siqueiros,
invece, cerca costantemente soluzioni innovative,
accostandosi a procedimenti industriali.
Non bisogna poi dimenticare i mutamenti che
in quegli anni interessano ogni campo del vivere umano.
I muralisti messicani, infatti, non stanno chiusi
nel loro giardino a coltivare la propria arte, ma
guardano con attenzione quanto accade oltreoceano,
soprattutto in Europa, dove le avanguardie
stanno dando uno "scossone" incredibile
al modo tradizionale di concepire l'arte.
Josè
Clemente Orozco
Artista
dal carattere introverso, molto critico nei confronti
di se stesso e della sua arte, Orozco è forse
il muralista che più di tutti ha portato avanti
le sue idee artistiche e politiche con coerenza,
senza evidenti cambi di direzione.
Non si forma, come altri, in Europa, ma in Messico,
studiando sui libri le riproduzioni delle opere del
passato e frequentando l'Accademia di Belle Arti di
San Carlos, dove frequenta, tra gli altri, il Dott
Atl. che era stato nel Vecchio Continente. Da
quella esperienza aveva tratto un gusto tutto suo
per la sperimentazione di nuove tecniche pittoriche.
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