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L'astuzia di Ulisse
L'Odissea

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COME & PERCHÉ n. 25 - Ulisse re di Itaca

Ma è l'Odissea il poema che lo vede protagonista unico e assoluto.

rovine grecheL'Odissea

L'Odissea é la continuazione dell' Iliade e narra le peregrinazioni, durate ben dieci anni, del povero Ulisse nel tentativo di tornare finalmente a casa. Infatti non stava simpatico a tutti gli dei e si sa, a quel tempo, la volontà di questi era sacra.
Anche perché sicuramente non si dimostravano teneri nei confronti di chi ritenevano avesse fatto loro qualche sgarro. Pochi sacrifici in loro onore? Un bel terremoto e da un giorno all'altro la tua casa diventava il garage di Plutone, dio degli inferi.

Per errore contrariavi Diana, o Nettuno? Nulla di strano se al primo temporale, un fulmine ben lanciato trasformava il tuo taglio a caschetto liscio in una bizzarra permanente, o se alla prima uscita in barca, con mare piatto, un'uragano improvviso ti spezzava l'albero, prima di riuscire a dire "ops".

triremePer questo motivo non c'é da stupirsi se Ulisse ci impiegò tanto tempo per percorrere alcune miglia! Durante questo viaggio di ritorno gli accadde di tutto, veramente.
Ricordate, per esempio, l'episodio di Polifemo?
Dopo l'esperienza nella terra dei Lotofagi (= mangiatori di loto), su cui non ci soffermeremo, Ulisse e i suoi compagni sbarcarono sulla terra dei Ciclopi, giganti con un occhio solo in mezzo alla fronte, che vivevano senza leggi, senza religione, ciascuno per conto proprio, sui cocuzzoli dei monti o in profonde caverne.

In una di queste grotte, Ulisse e i suoi scoprirono ogni ben di Dio di provviste!
PolifemoL'abbuffata fu un imperativo: peccato che sul più bello giunse il proprietario, Polifemo, nientemeno che il figlio mal riuscito di Nettuno, dio del mare. I giovani marinai vennero rinchiusi in attesa di essere fatti a pezzi uno per volta.

Ma fu ancora un'astuzia di Ulisse a risolvere la situazione. Nottetempo fece ubriacare il gigante con ottimo vino greco e lo accecò (quel suo povero unico occhio!) con un tronco appuntito e arroventato. Poi realizzò l'evasione dalla grotta: per evitare che il gigante trovasse i suoi compagni, li legò sotto il ventre delle pecore che ogni mattino Polifemo faceva uscire.
In questo modo il gigante ormai cieco, con il semplice uso del tatto, non riuscì a scoprirli.

Questo è ciò che mi ha raccontato il vecchio Ulisse. Mi sa che però sia solo un centesimo delle avventure che ha vissuto. Magari fra un po' di tempo tornerò a trovarlo per farmi raccontare ancora qualcosa. Voi che ne dite?

Francesca Virgilietti

P.S. Hai qualche curiosità? Hai da proporre qualche COME & PERCHÉ ? SCRIVICI!

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