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Paragrafi
I fratelli Lumiére
"Arrivée
d'un train à La Ciotat"
Approfondimento
Il cinematografo
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COME & PERCHÉ
n. 26 - Le origini del
cinema
Oggi
vi voglio parlare delle origini del cinema, dal momento
che la "Notte degli Oscar" s'avvicina.
(vedi Ragazzi News)
Inseguimenti mozzafiato, salti mortali tripli con
avvitamento finale, facce che s'allungono e si storgono
quasi fossero di plastilina, fondali marini dai colori
fantastici, esplosioni pirotecniche, tramonti
infuocati, combattimenti in bilico tra palazzoni americani.
Tutto questo, e non solo, è il cinema a cui
noi, uomini, donne, vecchi e bambini del 2000, siamo
abituati. Questo è quanto ci aspettiamo quando,
pop-corn in una mano e bibita nell'altra, nel buio
della sala, attendiamo che la proiezione abbia
inizio.
In realtà il cinema, o meglio, le tecniche cinematografiche
hanno fatto passi da gigante, se pensiamo agli inizi.
I
fratelli Lumiére
Per tradizione si attribuisce la nascita del cinema
ai fratelli Lumiére. Come per magia teletrasportiamoci
(Star Treek insegna) nel lontano 1895, a Parigi.
Antoine
Lumiére, proprietario di uno studio fotografico
a Lione, si trova a Parigi a presentare al pubblico
l'ultima invenzione dei figli Auguste e Louis Lumiére,
due giovani ingegnosi e gran lavoratori. Alla "prima",
che si tiene verso il 20 dicembre, partecipano pochi
invitati, tra cui il famoso prestigiatore Georges
Méliés.
Come dire: la magia del cinema si incontra con la
magia tradizionale.
Gli ospiti si trovarono innanzi ad un piccolo schermo
e dopo poco comparve una fotografia ferma della piazza
Bellecour di Lione. Fin qui nulla di strano. Proiezioni
di questo tipo se ne facevano ormai da anni.
Ma
enorme fu lo stupore dei presenti quando improvvisamente
si accorsero che un cavallo, che trainava una carrozza,
avanzava lungo la strada, così come
le altre carrozze nonché i passanti.
Insomma: la strada si animava in tutti i suoi particolari.
In questo modo il cinematografo fu presentato
agli addetti ai lavori. Il problema però - ora - era
attirare il grosso pubblico, possibilmente a pagamento.
Clément -Maurice, un impiegato fidato della
ditta Lumiére, prende in affitto il Salon Indien,
una piccola sala situata nello scantinato del Grand
Café (14, Boulevard des Capucines).
L'arredo è scarno ed essenziale: uno schermo
di tela, un centinaio di sedie, un proiettore
su uno sgabello e, all'entrata, un telo con la scritta:
"Cinematografo Lumiére. Ingresso, un franco."
Il
primo giorno, il 28 dicembre 1895, l'affluenza
di pubblico è scarsa. La stampa, pur invitata,
non si fa vedere. In pochi giorni, però, grazie
ad un efficacie passaparola, gli spettatori aumentano.
Molti ritornano per vedere lo spettacolo più
e più volte, accompagnati da amici e parenti
sempre diversi. In pochi giorni ben più di
duemila spettatori si presentano all'entrata,
ci sono dei tafferugli e la polizia è costretta
ad intervenire.
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