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COME & PERCHÉ n. 63 - La festa dei morti: costumi e tradizioni

31 ottobre: Halloween. 2 novembre: festa dei morti.

HalloweenDopo le zucche e i teschi (finti!), messi da parte i travestimenti e conclusi quindi i festeggiamenti simil-macabri di Hallowen, gran parte della persone hanno dedicato, se non una visita o un fiore, almeno un pensiero alle persone che non ci sono più, in quella che, in tutta Italia, viene celebrata come la festa dei morti
(2 novembre).

Una festa che raccoglie spesso tradizioni diverse che talvolta affondano nella notte dei tempi.

Romani

anime dei mortiPensate che per gli antichi romani i morti si suddividevano in due categorie: c'erano i "buoni", i cosiddetti Mani, che venivano festeggiati tra il 17 e il 21 febbraio (giorni di Parentalia e Feralia) e i "cattivi", i Lemuri, spiriti pericolosi che si tentava di esorcizzare tra l'11 e il 13 maggio durante i Lumuraria.

In tali occasioni venivano accesi dei fuochi in onore degli dei infernali, non si potevano celebrare matrimoni e i templi rimanevano chiusi.
Il pasto era composto prevalentemente da fave, cibo sempre presente nei riti di purificazione.

faveDurante Feralia poi, il pranzo veniva consumato nientemeno che sulle tombe dei defunti con cui si condivideva farina di farro, pane inzuppato nel vino e a cui si donavano corone di violette.
Una bella scampagnata nei cimiteri, quindi, a cui partecipavano schiavi e padroni in allegra brigata.


Greci

piatto di lenticchiePiù o meno lo stesso veniva fatto dai Greci, in febbraio o in novembre. Durante la celebrazione delle Antesterie, festa dei fiori, si preparavano dei grandi pentoloni di legumi che venivano poi portati sulle tombe. Un omaggio culinario per Hermes Ctonio, il dio che aveva il compito di portare le anime nell'aldilà. E si sa...a pancia piena si guida meglio!

Per questo motivo, ancora oggi, il giorno dei morti si mangiano legumi.
Ma perchè soprattutto le fave (vedi leggenda)? Per la forma e i colori. Infatti il loro fiore, bianco con venuzze nere, ricordava la lettera greca theta, prima lettera della parola thanatos, "morte" in greco.
I semi sembravano le lacrime dei morti. Per non parlare poi del fusto. Così lungo non poteva non affondare a tal punto nelle viscere della terra da fare il solletico ai piedi dei defunti.

Celti

castagneSpostandosi vertiginosamente verso nord andiamo a trovare i celti. Anche loro avevano due occasioni per festeggiare i morti: il 1 agosto (inizio dell'autunno - Lugnasad) e l'1 novembre (Capodanno celtico - Samhain).

A Samhain c'era una grande festa. Morti e vivi gozzovigliavano allegramente ingozzandosi di castagne, nocciole, radici, mele e zucche. prosegui la lettura dell'articolo

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