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Paragrafi
L'antenato della locomotiva
Stephenson,
il padre del treno
La rete ferroviaria in Italia
Dal Novecento ad oggi
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COME
E PERCHE' n. 61
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Dalla
locomotiva a vapore all'EuroStar. |
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Il treno...non
si ferma mai |
Era
infatti inutile lanciare a velocità folli bisonti
di ferro ed acciaio se poi non si riusciva a fermarli,
soprattutto di fronte ad ostacoli improvvisi.
Il freno Westinghouse era un freno ad aria
compressa. Un freno che, quasi una sorta di creatura
intelligente ante-litteram, si regolava da solo. Se
s'accorgeva che la velocità era troppa, avvisava
il guidatore, chiedendo a questi di aiutarlo ad attivarsi.
La
rete ferroviaria in Europa
L'Inghilterra
fu, per decenni, proprio perchè "culla
delle Ferrovie", fornitrice unica di locomotive
alle nazioni europee. Questo fece sì - e fu
un bene - che nell'intera Europa, dalla Francia,
all'Italia, alla Germania (tranne Spagna e Portogallo),
lo "scartamento" (ovvero la distanza fra
due rotaie) fosse lo stesso, ovvero 1,435 metri.
Questo permise il veloce e soprattutto simultaneo
sviluppo della rete ferroviaria in tutte le
nazioni, con conseguente aumento dei traffici commerciali.
Aumentò anche il numero di persone che incominciò
ad utilizzare il treno per visitare, anche solo per
diletto, altri paesi.
La
rete ferroviaria in Italia
Anche
l'Italia, da subito, capì l'importanza della
rete ferroviaria. All'epoca, però, (siamo nell'Ottocento),
il nostro paese era suddiviso in tanti piccoli Stati
e ciascuno gestiva la cosa come meglio credeva.
L'anno dopo della Napoli - Portici fu inaugurata la
Milano - Monza (17 agosto 1840), lunga 15 chilometri.
Il treno era composto da una vettura di prima classe,
due di seconda e tre di terza.
Lo Stato più illuminato fu però il
Piemonte, che nel 1860 (alla vigilia dell'unità
d'Italia), possedeva una rete ferroviaria di ben 800
chilometri. Tanti, se si pensa che il resto dell'Italia
ne disponeva appena di 800! Ovviamente, dai tempi
di Stephenson, i treni erano migliorati di molto.
Le
locomotive erano diventate molto più potenti,
le vetture più comode. Per facilitare il passaggio
dei convogli, incominciarono i trafori delle
montagne, portati avanti anche grazie all'invenzione
della nitroglicerina (1846), che precedette
di vent'anni la dinamite, e della perforatrice pneumatica.
Il primo traforo fu italiano.
Si trattava di quello del Fréjus, che
univa la Francia all'Italia (13 settembre 1871).
Dal
Novecento ad oggi
A questo punto, prendendo uno di quegli ascensori
pieni di lucine, tanto cari ad Archimede Pitagorico,
tele-trasportiamoci nel tempo per dare un'occhiata
alla situazione treni negli anni Sessanta...del
Novecento.
Il treno ha subito dei cambiamenti notevoli.
Le
linee ferroviarie si sono moltiplicate, i chilometri
di strada ferrata centuplicati. Nel 1957 - 58,
per esempio, la stazione di Milano disponeva di un
gruppo nutrito dei treni che, all'epoca, venivano
considerati all'avanguardia. Si trattava di convogli
ultrarapidi contrassegnati con la sigla TEE
(= Trans-Europa Express).
La locomotiva è sempre più un ricordo
lontano. Qui si trattava di motori elettrici a corrente
continua generata in apposite sottostazioni distribuite
lungo la linea oppure motori cosiddetti diesel
azionati a nafta. Motori fissati sul telaio in modo
che andassero ad imprimere il loro vortichìo,
col mezzo delle "ingranature", alle ruote
del veicolo posate sul binario. Risultato: l'automotrice
o l'elettromotrice.
Caratteristica:
avere il meccanismo motore sullo stesso veicolo destinato
a contenere i passeggeri. L'automotrice, per
la precisione, funzionava a nafta, con un motore a
combustione interna simile a quella delle automobili.
L' elettromotrice era invece il mezzo che funzionava
elettricamente con corrente presa dalla linea di contatto
a mezzo del cosiddetto pantografo, intelaiatura romboidale
elastica posta sul tetto del veicolo.
Treni
regionali, diretti, direttissimi e rapidi.
Questi i treni che oggi circolano sulle nostre linee
ferroviarie. Sostituiti sempre più frequentemente
da Intercity ed EuroStar, soprattutto sulle
lunghe percorrenze.
Oggi, questi treni dai nomi "asteroidali"
di ETR 450, ETR 460/480 ed ETR 500, dispongono di
carrozze climatizzate di 1a e 2a classe, completi
di sedili dotati di impianti di musica al posto, ascoltabile
per mezzo di cuffia e bagagliere sopratesta.
Treni come i salotti di casa quindi, con tutti i confort.
Peccato per quei finestrini sigillati,
e per quei paesaggi che passano tanto rapidamente
dinnanzi ai nostri occhi da provocarci giramenti di
testa e senso di spaesamento.
Certo, un Trieste Roma in 6 ore e mezza, val bene
la visione dell'oro di un covone al tramonto di una
sera d'estate. O forse no?
Francesca Virgilietti
L'utilizzo dei cavalli da parte dell'uomo
Nel corso della storia passata, gli esseri umani hanno purtroppo
sfruttato animali dotati di grande forza e
intelligenza come i cavalli per i propri scopi. I cavalli facevano
sempre una brutta fine:
sottoposti a grandi fatiche come animali "da traino" per trasportare
persone e merci, o a grandi pericoli come animali "da battaglia",
venivano infine uccisi quando non più abbastanza utili.
Oggi per fortuna i cavalli non vengono più usati per questi
scopi, però esiste ancora sfruttamento: quello negli ippodromi,
luoghi in cui i cavalli vengono fatti correre a velocità
innaturali; quello dell'equitazione, in cui i cavalli sono
costretti a
fare esercizi pericolosi per la loro salute e la loro vita; quello
delle feste locali, per esempio il palio di Siena, il palio di Asti, o
altri palii in giro per l'Italia, in cui i cavalli vengono fatti
correre su percorsi molto pericolosi e ogni volta
qualcuno di loro ci rimette la vita.
Tutti questi cavalli vengono poi mandati al macello quando non sono
abbastanza veloci, o bravi, o quando non sono più abbastanza
giovani per fare quel che devono.
Se vuoi rispettare i cavalli e non causare loro sofferenza e
morte, evita le corse dei cavalli o qualsiasi tipo di gara che coinvolga
questi animali, chiedi ai tuoi genitori di non portarti a vedere
questi tristi spettacoli, e insegna agli altri tuoi amici a fare lo
stesso.
Grazie da parte di tutti i cavalli!
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