pagina 1 di 2
Paragrafi
Origini
Nascita
Primi anni del '900
Anni Venti
Anni Trenta
Dopoguerra
Anni Settanta
Anni Ottanta: la crisi
|
COME & PERCHÉ n. 55 -
Storia del fumetto americano
Il fumetto è una delle forme di comunicazione
che più hanno caratterizzato il XX secolo
Le
origini
Fissare
una data precisa é molto difficile e complicato.
Tante e diverse le scuole di pensiero. Due quelle
più importanti. La prima fa risalire l'origine
del fumetto ai geroglifici dei nostri antenati, ai
graffiti e alle pitture rupestri raffiguranti
le divinità. La seconda, più
realistica, fissa il 1896 come data simbolica
per la nascita vera e propria del fumetto.
Siamo
alla fine dell'Ottocento, quindi in un momento di
intenso sviluppo della stampa e, per tanto, del "fumetto
moderno". Come si può facilmente intuire,
ancor prima di questa data, si erano pubblicate delle
piccole opere: già nel 1827, il maestro di scuola
svizzero Rodolphe Topffer, pubblica "Sette
racconti per immagini" riuniti in volumetti di
formato oblungo. L'idea piace e viene seguita dai
francesi che, a partire dal 1839, fanno uscire alcuni
periodici illustrati.
Ma chi sono stati i padri di questo nuovo linguaggio?
E con quale opera debuttano?
La
nascita
Alla
fine dell'Ottocento la stampa statunitense ha un enorme
sviluppo. Uno dei magnati dell'epoca, Joseph Pulitzer,
nel 1894 pubblica, sul suo quotidiano "The New
World", l'antenato dei fumetti: "At the
circus in Hogan's Alley", composizione umoristica
che racconta le avventure di un monellaccio
calvo, con le orecchie a sventola, vestito con un
camicione bianco.
Nel 1896 l'errore di alcuni tipografi fa diventare
il grembiule di colore giallo e da lì inizia l'ascesa
di "The Yellow Kid". Così verrà, infatti, soprannominato
ora il simpatico eroe, che, ben presto, approda al
supplemento domenicale a colori del "New York Journal"
riscuotendo grande successo e diventando, a poco a
poco, il primo fumetto moderno.
I
primi anni del Novecento
L'inizio
del XX secolo vede la nascita di "Happy Hooligan",
che racconta le avventure di un barbone tanto filosofo
quanto patetico, al quale forse si é ispirato
lo stesso Charlie Chaplin per i suoi primi
film. Dunque: la comicità al primo posto, dal momento
che queste riviste hanno l'arduo compito di divertire
il pubblico. E non é un caso che, all'epoca,
queste opere venivano chiamate "comics",
termine con cui si designa ancora oggi il fumetto
americano.
Nel 1914 Randolph Hearst fonda la King Featuares Sundicate
(KFS).
Scopo:
commercializzare i comics in tutto il mondo.
Ovviamente la buona riuscita di questo grandioso progetto
é condizionata dal voler aumentare la redditività
della produzione. Per questo gli editori statunitensi
mirano a rivolgersi ad un pubblico il più ampio possibile,
privilegiando personaggi in cui tutti, o quasi, possono
riconoscersi.
Si
punta, quindi, ad una comicità di facile comprensione.
Niente di meglio allora del fumetto a carattere familiare,
le cosiddette "family strips", incentrate
sul litigio tra coniugi, dove donne "col pugno
di ferro" terrorizzano i mariti. Altri capolavori
del genere sono "Bringing up Father" (Educando
papà) creato da George McManus e pubblicato nel 1913,
The Gums (1917) di Sidney Smith e Gasoline Alley (1919)
di Frank King.
"Popeye", il marinaio tutto muscoli e pipa,
esordisce nel 1919, e con lui, per la prima volta
nel mondo del fumetto, compare il genere comico "distruttivo",
dove l'eroe martirizza con violenza le sue vittime.
Anche se il sangue é bandito dalla scena! 
|