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COME & PERCHÉ n. 45 - Storia della radio italiana

un uomo etiopeGli anni Trenta sono caratterizzati dai tentativi di espansione imperialista da parte del regime fascista (vedi Etiopia, 1935) e la radio tiene a battesimo quelle che possono essere definite le cronache di regime, declamate con tono solenne e profondo da speaker professionisti. Ma, per fortuna, non esistono solo le cronache.pallone da calcioSe noi oggi, per radio, possiamo ascoltare, alla domenica, i commenti alla giornata, lo dobbiamo all'affermarsi, in questi anni, delle prime forme di cronaca sportiva. Se oggi possiamo ascoltare in diretta il resoconto di una partita di calcio o un'intervista in tempo reale a un manifestante in piazza, lo dobbiamo alla radiocronaca, alla "diretta" che nasce in questi anni e diventa un modo nuovo per fare informazione.

una geishaNegli anni seguenti vengono creati collegamenti con l'Estremo Oriente (la prima trasmissione non é altro che una serie di messaggi, direzione megafonoShangai, dall'Ambasciata Cinese a Roma e da Galeazzo Ciano, Sottosegretario alla Stampa e Propaganda) e con l'America del Nord.
La radio serve anche a diffondere e ad affermare non solo principi politici ma anche quei valori (famiglia, figli, amor di patria), su cui il regime si appoggia e che vengono suggeriti, più o meno velatamente, o attraverso trasmissioni create ad hoc, o urlati attraverso enormi altoparlanti che sempre più frequentemente vengono rizzati sulle piazze.

Il periodo bellico

La radio assumerà un ruolo importantissimo durante la guerra, soprattutto dopo il 1943, quando si fa sempre più diffuso l'ascolto clandestino di massa delle emittenti alleate e nemiche: Radio Vaticana, Radio Mosca e le rubriche della BBC da Londra. Dopo ripetitorila liberazione di Roma, nasce la RAI, sulla scia di altre radio che spuntano come funghi nella zone del Sud sotto il controllo di americani & co.: Radio Bari, Radio Napoli e così via. A guerra finita si riprende a pieno ritmo.
In men che non si dica vengono ricostruiti e aggiustati i trasmettitori distrutti o danneggiati durante il conflitto, viene varata una rete culturale, il Terzo Programma; cominciano rubriche come "Prospettive", "Dibattito", "Serate a soggetto" e altre ancora dedicate al cinema, al costume e al divertimento.

Il Dopoguerra

il canzoniere della radioNel dicembre 1951 nascono i tre Programmi Nazionali. Viene proposto un nuovo giornale orario, intitolato Radiosera: una sorta di magazine con tante notizie e rubriche, agile e veloce. Nel tentativo di coinvolgere sempre più gli ascoltatori, vengono proposti quiz e giochi vari che appassionano tutta l'Italia. Nel 1954 fa la sua comparsa la Televisione. Negli anni Sessanta si fa spazio il radiodramma made in Italy, dopo anni di traduzioni di testi stranieri, che presenta tutto un mondo di sentimenti e valori nazionali tipicamente nostri.
Nel 1954 fa la sua comparsa la Televisione. Negli anni Sessanta si fa spazio il radiodramma made in Italy, dopo anni di traduzioni di testi stranieri, che presenta tutto un mondo di sentimenti e valori nazionali tipicamente nostri.

Dagli anni Settanta a oggi

hippyGli anni Settanta sono anni di grande fermento, di manifestazioni studentesche e grossi cambiamenti. Si sente la voglia di cambiamento, di novità anche a livello di programmi. C'é la voglia di svecchiare, di fare la radio in modo diverso.Renzo Arbore & co.Anche l'assurdo e il "nonsense" entrano in alcune trasmissioni radiofoniche all'avanguardia, per l'epoca, come la famosissima "Alto Gradimento", del 1970, con l'intramontabile Renzo Arbore, o "Chiamate Roma 3131". Tre ore di trasmissione quotidiana in diretta telefonica con gli ascoltatori. Capitani: Gianni Boncompagni, Franco Moccagatta e Federica Taddei. Si arriva a dieci milioni di ascoltatori a puntata, numeri impensabili oggi come oggi!
Il 1975 é una data importantissima nella storia della radio italiana, in quanto la riforma della RAI apre la via al rinnovamento. La libertà d'antenna porta alla nascita di centinaia di stazioni e, presto, di radio private.

Radio DeejayRadio Deejay, per esempio, é nata da un sogno di Claudio Cecchetto, nel 1982. E ancora Radio 101, Radio 105, Radio Capital, Radio Dimensione Suono o Radio Radicale per citarne solo alcune. Per non parlare poi delle radio locali.
E nonostante la televisione, la radio continua a riscuotere un successo notevole, soprattutto tra un pubblico di appassionati che, attraverso la musica e la parola, ama creare immagini nella propria fantasia.

Francesca Virgilietti

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