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Paragrafi
Origini
L'EIAR
Il periodo bellico
Il Dopoguerra
Dagli anni '70 a oggi
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COME & PERCHÉ n. 45 - Storia della
radio italiana
Gli
anni Trenta sono caratterizzati dai tentativi di espansione
imperialista da parte del regime fascista (vedi Etiopia,
1935) e la radio tiene a battesimo quelle che possono
essere definite le cronache di regime, declamate con
tono solenne e profondo da speaker professionisti.
Ma, per fortuna, non esistono solo le cronache. Se
noi oggi, per radio, possiamo ascoltare, alla domenica,
i commenti alla giornata, lo dobbiamo all'affermarsi,
in questi anni, delle prime forme di cronaca sportiva.
Se oggi possiamo ascoltare in diretta il resoconto
di una partita di calcio o un'intervista in tempo
reale a un manifestante in piazza, lo dobbiamo alla
radiocronaca, alla "diretta" che nasce in
questi anni e diventa un modo nuovo per fare informazione.
Negli
anni seguenti vengono creati collegamenti con l'Estremo
Oriente (la prima trasmissione non é altro
che una serie di messaggi, direzione Shangai,
dall'Ambasciata Cinese a Roma e da Galeazzo Ciano,
Sottosegretario alla Stampa e Propaganda) e con l'America
del Nord.
La radio serve anche a diffondere e ad affermare non
solo principi politici ma anche quei valori (famiglia,
figli, amor di patria), su cui il regime si appoggia
e che vengono suggeriti, più o meno velatamente,
o attraverso trasmissioni create ad hoc, o urlati
attraverso enormi altoparlanti che sempre più
frequentemente vengono rizzati sulle piazze.
Il
periodo bellico
La radio assumerà un ruolo importantissimo
durante la guerra, soprattutto dopo il 1943,
quando si fa sempre più diffuso l'ascolto clandestino
di massa delle emittenti alleate e nemiche: Radio
Vaticana, Radio Mosca e le rubriche della BBC da Londra.
Dopo la
liberazione di Roma, nasce la RAI, sulla scia di altre
radio che spuntano come funghi nella zone del Sud
sotto il controllo di americani & co.: Radio Bari,
Radio Napoli e così via. A guerra finita si
riprende a pieno ritmo.
In men che non si dica vengono ricostruiti e aggiustati
i trasmettitori distrutti o danneggiati durante il
conflitto, viene varata una rete culturale, il Terzo
Programma; cominciano rubriche come "Prospettive",
"Dibattito", "Serate a soggetto" e altre ancora dedicate
al cinema, al costume e al divertimento.
Il
Dopoguerra
Nel
dicembre 1951 nascono i tre Programmi Nazionali. Viene
proposto un nuovo giornale orario, intitolato Radiosera:
una sorta di magazine con tante notizie e rubriche,
agile e veloce. Nel tentativo di coinvolgere sempre
più gli ascoltatori, vengono proposti quiz
e giochi vari che appassionano tutta l'Italia. Nel
1954 fa la sua comparsa la Televisione. Negli anni
Sessanta si fa spazio il radiodramma made in Italy,
dopo anni di traduzioni di testi stranieri, che presenta
tutto un mondo di sentimenti e valori nazionali tipicamente
nostri.
Nel 1954 fa la sua comparsa la Televisione. Negli
anni Sessanta si fa spazio il radiodramma made in
Italy, dopo anni di traduzioni di testi stranieri,
che presenta tutto un mondo di sentimenti e valori
nazionali tipicamente nostri.
Dagli
anni Settanta a oggi
Gli
anni Settanta sono anni di grande fermento, di manifestazioni
studentesche e grossi cambiamenti. Si sente la voglia
di cambiamento, di novità anche a livello di
programmi. C'é la voglia di svecchiare, di
fare la radio in modo diverso. Anche
l'assurdo e il "nonsense" entrano in alcune
trasmissioni radiofoniche all'avanguardia, per l'epoca,
come la famosissima "Alto Gradimento", del
1970, con l'intramontabile Renzo Arbore, o "Chiamate
Roma 3131". Tre ore di trasmissione quotidiana
in diretta telefonica con gli ascoltatori. Capitani:
Gianni Boncompagni, Franco Moccagatta e Federica Taddei.
Si arriva a dieci milioni di ascoltatori a puntata,
numeri impensabili oggi come oggi!
Il 1975 é una data importantissima nella storia
della radio italiana, in quanto la riforma della RAI
apre la via al rinnovamento. La libertà d'antenna
porta alla nascita di centinaia di stazioni e, presto,
di radio private.
Radio
Deejay, per esempio, é nata da un sogno di
Claudio Cecchetto, nel 1982. E ancora Radio 101, Radio
105, Radio Capital, Radio Dimensione Suono o Radio
Radicale per citarne solo alcune. Per non parlare
poi delle radio locali.
E nonostante la televisione, la radio continua a riscuotere
un successo notevole, soprattutto tra un pubblico
di appassionati che, attraverso la musica e la parola,
ama creare immagini nella propria fantasia.
Francesca Virgilietti
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