RAGAZZI
NEWS n. 63 - |
Etna. |
|
Il vulcano
che non vuole dormire |
La
notizia -
L'Etna si è risvegliato. E tra
la popolazione che vive alle pendici del vulcano è
subito panico.
Lunghe
e sinuose lingue di magma mista cenere e fuoco
scendono rapidamente lungo i fianchi del più
importante vulcano della Sicilia, travolgendo, lente
ed inesorabili, ogni cosa, abbracciando vegetazione,
piante, alberi, facendo fuggire gli animali e scalzando,
trascinando verso il basso, in questa folle corsa,
ogni ricordo di costruzione umana, dai muri di cinta
alle case.
Questa la scena proposta da ogni telegiornale a tutte
le ore, fino a pochi giorni fa; fino a quando un'altra
tragedia, quella del Molise, non ha messo in secondo
piano la cosiddetta "emergenza Etna".
Cronaca
di un'eruzione
Preceduta
da alcune scosse di terremoto, la lava inizia a fuoriuscire
a fine ottobre da alcune bocche sul versante nord
del vulcano, .
Per prima cosa crollano gli impianti da sci,
gli ski lift di Piano Provenzano, una rinomata località
turistica da cui i turisti, ovviamente, si allontanano
a gran velocità.
Gli alberi incominciano a prendere fuoco, solo
a causa del calore emanato dalla lava. La cenere
avvolge ogni cosa, tanto da costringere le autorità
a chiudere l'aeroporto di Catania. Nei giorni successivi
si aprono nuovi fronti lavici.
A
Catania la gente cammina per strada con l'ombrello,
per ripararsi dalla cenere che cade come una pioggerellina
fitta fitta. Continuano le scosse di terremoto, una
dopo l'altra, più o meno intense, ma tali da
provocare grandi fratture negli edifici. I muri si
squarciano, i piloni in cemento si spezzano, le strade
sprofondano.
Le
zone più colpite, Milo, Zafferana Etna, Fornazzo
e Santa Venerina vengono evacuate. Molte famiglie
sono costrette ad abbandonare le proprie abitazioni,
rimpolpando il popolo degli sfollati. Alcuni, nella
fuga, si feriscono. Vengono chiuse le scuole per motivi
di sicurezza.
Il Governo decide lo stato di emergenza. Gli
abitanti non possono fare altro che organizzare veglie
e gruppi di preghiera.
La statua di Sant'Egidio, patrono di Linguaglossa,
viene portata a spalla in processione affinchè,
con un miracolo, fermi la lava.
I
primi giorni di novembre, finalmente, l'Etna sembra
calmarsi. Non si riaddormenta ma, almeno, non riversa
più quintalate di magma verso la pianura. Sbuffa,
brontola, e ogni tanto lancia verso l'alto spruzzate
di cenere e lapilli. La terra continua a scuotersi,
come un gigante inquieto, tenendo con il fiato sospeso
centinaia di persone. C'è però meno
paura. Si tenta un ritorno alla normalità.
Qualcuno decide di tornare a casa.
Fratello
Etna
Ma
che cosa sappiamo poi di questo vulcano che,
di tanto in tanto, ridiventa protagonista della nostra
cronaca e urla al modo: "Ci sono anch'io?"
Forse poco. Perchè l'Etna non è un vulcano
da quattro soldi. Anzi. E' il vulcano attivo più
alto d'Europa.
Pensate che, di base, misura ben 40 km, è alto
3350 metri e copre circa 1604 km quadrati. Un cono
la cui superficie apparentemente regolare è
rotta da circa 250 bocche più piccole.
La Valle del Bove, uno dei luoghi più
suggestivi, è il cratere originario ed è
largo circa 4.8 chilometri.
Le
eruzioni
Come
ben si sa, l'Etna non è un vulcano addormentato
ma è costantemente al lavoro (famoso l'omnipresente
pennacchio di fumo), anche se non sempre la
sua attività è evidente come negli scorsi
giorni. L'Etna nasce da eruzioni sottomarine che provocarono,
in epoca quaternaria (500.000 anni fa), un successivo
sollevamento tettonico e un accumulo di prodotti eruttivi
che andarono a formare, riempiendo progressivamente
un antico golfo preesistente, la base el vulcano.
Pian piano incominciò a formarsi il cono
che ben presto si affacciò dall'acqua.
|
pagina 1 di 2
Paragrafi
La notizia
Cronaca di un'eruzione
Fratello Etna
Le eruzioni
La flora
La fauna
|