PLANCTON
GLI
OCEANI
Gli
Oceani coprono il 71% della superficie terrestre. Non sono
ancora molto chiari i loro effetti sul nostro clima e atmosfera.
Per secoli sono stati usati come discarica. Rifiuti tossici dall'industria
e dall'agricoltura, residui dalle attività minerarie, liquami
e rifiuti plastici e isotopi radioattivi sono stati rovesciati senza
riguardo alcuno nelle loro acque. Gli Oceani assorbono metà
di tutta l'energia solare in arrivo all'equatore e la riflettono
verso i poli. Gli Europei devono ringraziare la corrente del Golfo
se non sono assaliti da inverni polari. L'Oceano é stato
il primo luogo dove si é sviluppata la vita. I miliardi di
minuscole particelle di fitoplancton presenti nei nostri
mari, apparentemente insignificanti, giocano in realtà un
ruolo importante nel ciclo del carbone. Ciclo essenziale che regola
il delicato sistema di equilibri tra gli oceani e l'atmosfera.
CICLO
DEL CARBONE
La
primavera fa mutare l'aspetto dell'Oceano. Visto dallo spazio,
la superficie del mare diventa vivida grazie ai pigmenti di clorofilla,
che palesano la presenza di quella che viene definita l'"erba
del mare", il fitoplancton. Il fitoplancton naviga sulla superficie
degli oceani; milioni di organismi unicellulari in una cucchiaiata
d'acqua. Se noi possiamo respirare, é anche grazie a loro.
Nonostante costituisca meno dell'1 per cento della massa totale
delle piante, il fitoplancton porta avanti metà del processo
di fotosintesi. Infatti assorbe l'anidride carbonica, l'acqua
e i raggi del sole per poi riversare, all'esterno, ossigeno. Quando
il fitoplancton muore, precipita in fondo al mare, con il suo buon
carico di carbone assorbito, trasformandosi, con il tempo, in roccia
sedimentaria. I combustibili utilizzati dall'uomo producono circa
1600 milioni di tonnellate di anidride carbonica ogni anno,
favorendo l'effetto serra.
Risultato: le temperature aumentano. Le domande sono tante: il fitoplancton
sarà in grado di assorbire l'anidride carbonica prodotta
dall'uomo e rilasciata nell'atmosfera? E il naturale ciclo del carbone
rischia di venire destabilizzato dall'eccessiva produzione di anidride
carbonica, con conseguenze devastanti?
Envisat dovrebbe riuscire, con i suoi dati, a dare una mano nello
studio di questi fenomeni.
(libero
adattamento dal sito Esa)
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